- Pages: 511 p.
- Size:178 x 254 mm
- Illustrations:1 b/w, 6 col.
- Language(s):Italian
- Publication Year:2021
- € 55,00 EXCL. VAT RETAIL PRICE
- ISBN: 978-2-503-59627-3
- Paperback
- Available
The history of the Italian lauda is a fascinating journey through four centuries of history: from the Middle Ages to the dawn of modernity.
“Leonardi’s work demonstrates the importance of the vibrant sensorial world of the medieval and early modern lauda. One hopes that Leonardi’s call for further study of this important source of popular devotion and literature will be heralded by a chorus of interdisciplinary scholars.” (David D’Andrea, in Speculum: A Journal of Medieval Studies, 99/2, 2024, p. 599)
Matteo Leonardi has conducted teaching and research activities at the Universities of Bern, Aosta and Turin. His studies have mainly focused on medieval literature: from the Franciscan and mystical tradition to Dante and Boccaccio, favouring the reconstruction of the intertextual dialogue that generates history. He has published the first complete editions with a historical-literary commentary on the Laude by Iacopone da Todi and the Book of the Three Scriptures by Bonvesin da la Riva.
La lauda, ovvero la poesia religiosa in volgare, soprattutto nella forma del canto collettivo di lode, di confessione e di supplica, è un genere letterario-musicale di sfuggente classificazione. L’interpretazione che la vuole sempre arte popolare, priva di eloquenza formale, è contraddetta da numerosi esempi di laude d’autore, da Guittone a Iacopone, da Bianco da Siena a Feo Belcari, da Leonardo Giustinian a Lorenzo de’ Medici, di profonda raffinatezza intellettuale. Dopo la nascita in Italia centrale e settentrionale nel xiii secolo, nel quadro dei moti popolari penitenziali e alleluiatici e dell’espansione degli ordini mendicanti, la lauda non smette di accompagnare la storia della civiltà italiana, generando una tradizione ininterrotta che interseca, nella molteplicità delle sue forme, la storie della letteratura, della musica e della spiritualità. Laude liriche e laude drammatiche, di corte e di piazza, meditative e pubbliche: la lauda si riveste d’abiti sempre nuovi, assecondando lo spirito mutevole dei tempi, capace d’intercettarne i gusti e le aspirazioni senza tradire la propria identità. Questo studio riannoda i fili della straordinaria storia della lauda, per apprezzarne la natura multimediale e proteiforme e la capacità dare voce anche a culture “di margine”, dalla spiritualità dei laici a quella delle donne, costituendo una delle più significative eredità consegnate dalla cultura medievale all’età moderna.
1. Introduzione
1.1 Gli studi sulla lauda, genere “multimediale”
1.2 I fili e la trama: per una storia della lauda
1.3 Nota filologica: il problema della “verità” del testo
PARTE I. STORIA E GEOGRAFIA DELLA LAUDA
2. La lauda dal xiii al xvi secolo
2.1 La Preistoria: il retroterra monastico e confraternale
2.2. Da Montecassino all’Umbria: la fase “staminale”
2.3. Il secondo Duecento e la codificazione tra Disciplinati e Laudesi
2.4. La fioritura primotrecentesca: le direttrici di espansione della lauda
2.5. Il secondo Trecento: tra Gesuati, Bianchi e circoli cateriniani
2.6. Primo e pieno Quattrocento: tra Firenze e Venezia
2.7. Il secondo xv e l’inizio del xvi secolo: Savonarola, i Medici e i laudografi tosco-veneti
2.8. Serafino Razzi e la “rivoluzione Gutenberg”
2.9. Il secondo Cinquecento: la lauda “militante” dell’Oratorio
2.10. Le laude nelle scuole della Dottrina cristiana
2.11. L’illanguidimento del genere nel corso del Seicento
PARTE II. LE GRAMMATICHE DELLA LAUDA
3. Il testo della lauda: una contaminazione di generi
3.1 Laudate Dominum: il retaggio biblico-liturgico
3.2 Vocazione volgare e osmosi con le letterature profane
3.3 La “predicazione” dello ioculator Domini.
3.4 La codificazione formale: ballata, modo pasquale e modo passionale
3.5 Lauda lirica e lauda drammatica: una categorizzazione sufficiente?
3.6. Le forme in movimento: sperimentazioni tre-quattrocentesche
3.7 Il “classicismo” primocinquecentesco e l’emergere di un “gusto nuovo”
3.8 La Parola in parole: l’irrisolta dialettica tra lauda e linguaggi profani
4. Laude “da vedere”: l’intreccio tra parola, immagine e gesto
4.1 Levate gl’ochie et resguardate: il primato del senso della vista
4.2 Le miniature dei laudari di rappresentanza
4.3. L’ispirazione pittorica: la lauda come esegesi iconografica
4.4 “Parole dipinte” e “visibile parlare”: la meditazione per immagini
4.5 Una “teologia dell’immagine”?
5. Laude “da cantare”: bis orat qui bene cantat
5.1 La monodia due-trecentesca e l’adozione della ballata
5.2 Il pieno Trecento: la tradizione dei travestimenti spirituali
5.3 La nascita della lauda polifonica: tra ars e natura
5.4 Il secondo Quattrocento: fioritura frottolistica e “rassettatura” savonaroliana
5.5 Il primo Cinquecento: l’età del madrigale e la sintesi di Razzi
5.6. La lauda tridentina: le melodie “ariose e cantabili”
5.7 Musica angelorum o musica diaboli?
6. La teologia delle laude: una spiritualità esperienziale e affettiva?
6.1 «Gustare e vedere Dio»: cristocentrismo e nuove esigenze spirituali
6.2 «Danza macabra»: la spiritualità ascetico-penitenziale
6.3 «Danza mistica»: la spiritualità mistico-contemplativa
6.4 Dalla tradizione bonaventuriana alla devotio moderna
6.5 Orazione vocale e orazione mentale: tra formalismo e culto interiore
6.6 La lauda mariana: madonna Teologia
7. Fuori dal coro: voci di laici e di donne
7.1. Dopo lungo silenzio: voci nuove agli albori del basso Medioevo
7.2 L’ideologia delle confraternite: tra “liminalità” e renovatio
7.3 Spontaneità “dal basso” e istanze normative “dall’alto”
7.4 La stra-ordinaria emersione di una religiosità femminile
8. In conclusione
Siglario
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