Book Series Corpus Christianorum Continuatio Mediaevalis, vol. 306

Anonymus

Vita et Miracula Rosae de Viterbio

Attilio Bartoli Langeli, Eleonora Rava, Filippo Sedda (eds)

  • Pages: lxxii + 154 p.
  • Size:155 x 245 mm
  • Illustrations:13 b/w, 20 tables b/w.
  • Language(s):Latin, Italian
  • Publication Year:2021

  • € 150,00 EXCL. VAT RETAIL PRICE
  • ISBN: 978-2-503-58998-5
  • Hardback
  • Available


Review(s)

“This critical edition of these three foundational texts for the life and legacy of Rose of Viterbo makes a considerable contribution to medieval studies in general, to hagiography and Franciscan feminine spirituality in particular. The three editors, along with supporting staff, are to be congratulated for the work that they have done in support of the cult of this young thirteenth-century saint of Viterbo.” (Steven J. McMichael, in Sehepunkte 22/4, 2022)

“Siamo quindi convinti che lo studio condotto dagli editori sia di grande qualità critica, e che le loro conclusioni permettano una comprensione sicura dei rapporti sussistenti tra i diversi documenti, senza lasciare spazio ad eccessive esitazioni.” (Pietro D’Agostino, in Analecta Bollandiana 141-1, 2023, p. 202)

“Insgesamt liegt mit dieser Ausgabe ein gut lesbarer und lesenswerter Text vor, der die Beschäftigung mit Rosa und ihrer Verehrung beflügeln sollte. Sehr zu hoffen ist überdies, dass die bisher unedierten Teile des Kanonisationsprozesses einmal im Druck erscheinen werden.” (Otfried Krafft, in Deutschen Archiv 79-1, 2023, p. 310)

BIO

Attilio Bartoli Langeli (Roma 1944) è stato professore ordinario di Paleografia e Diplomatica presso le università di Perugia, Venezia, Padova, Pontificia Università Antonianum. Già presidente della Deputazione di Storia Patria per l’Umbria (2000-2012) è membro del Comité international de Paléographie dal 2000 e vincitore del Premio Internazionale Ascoli Piceno per la Medievistica (2014). Tra le sue principali pubblicazioni Gli autografi di frate Francesco e di frate Leone (Brepols, 2000), La scrittura dell’italiano (Il Mulino, 2000), Notai. Scrivere documenti nell’Italia medievale (Viella, 2006).

Eleonora Rava (Livorno 1964) è Honorary Research Fellow presso l’University of St Andrews e Fellow of the Royal Historical Society. Dopo aver conseguito la laurea in lettere moderne presso l’Università di Pisa e la specializzazione in Studi Medievali e Francescani presso il Pontificio Ateneo Antonianum, ha concentrato la sua attenzione sull’edizione delle fonti medievali conseguendo il titolo di dottore di ricerca in Scienze del testo. Tra le sue recenti pubblicazioni il volume In testamento vivere. Testamenti a Pisa (1240-1320) (Istituto storico Italiano per il Medioevo 2016) (Italia Sacra n.s. 2)

Filippo Sedda (Oristano 1973) ha conseguito il dottorato di ricerca in storia della Chiesa con una tesi sulla Veritatem sapientis (2006) e in storia medievale con una tesi su La polemica anti-ebraica di Giovanni da Capestrano (2011). I suoi interessi si concentrano sulla storia francescana, dall’edizione e studio si testi agiografici e teologici, alla figura e opere di Giovanni da Capestrano, alle fonti liturgiche. Tra le sue ultime pubblicazioni Franciscus liturgicus. Editio fontium XIII saeculi (2015) e Antonius liturgicus. Edizione delle fonti del XIII secolo, in Il Santo, 59 (2019).

Summary

Le poche notizie che si hanno sulla vita e i miracoli di Rosa da Viterbo, la fanciulla nata attorno al 1233 e morta nel 1251 o 1252, che diede testimonianze della sua fede al tempo di Federico II, sono note da tempo.

Tutti coloro che hanno scritto di Rosa da Viterbo hanno attinto, direttamente o più spesso indirettamente, dal verbale del processo di canonizzazione svoltosi a Viterbo al tempo di papa Callisto III, a distanza di due secoli e poco più dalla morte della beata. Questa fonte però non è conosciuta in maniera scientifica. Gli atti del processo di canonizzazione del 1457 non sono mai stati pubblicati. La Vita che vi è contenuta fu pubblicata (piuttosto malamente) per la prima volta nel 1742 dal canonico viterbese Feliciano Bussi nella sua Istoria della Città di Viterbo. Migliore, naturalmente, ma perfettibile è l’edizione che della Vita e dei Miracula fecero nel 1868 i padri Bollandisti nei loro Acta Sanctorum. Nel 1952 pubblicò ottimamente la Vita Giuseppe Abate. Infine, la Vita e i Miracula di Rosa hanno fatto oggetto del primo anno di attività (2016-2017) del Laboratorio di agiografia (sottotitolo: Filologia, edizione, interpretazione delle fonti) aggregato alla Scuola superiore di studi medievali e francescani della Pontificia Università Antonianum, ed è stato pubblicato un volume che riproduce il lavoro seminariale. Della Vita e dei miracoli di Rosa si hanno, però, altri due altri testimoni, uno conservato a Parigi e uno a Parma, certamente legati al processo. Questa edizione si basa per la prima volta sul trattamento contestuale di tutti i prodotti documentari e librari ad oggi connessi all’iniziativa del 1456-57.