L'Odissea marciana di Leonzio tra Boccaccio e Petrarca
Valeria Mangraviti
- Pages: 941 p.
- Size:165 x 240 mm
- Language(s):Italian, Latin, Greek
- Publication Year:2017
- € 79,00 EXCL. VAT RETAIL PRICE
- ISBN: 978-2-503-56733-4
- Paperback
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- € 79,00 EXCL. VAT RETAIL PRICE
- ISBN: 978-2-503-56734-1
- E-book
- Available
La prima edizione integrale del Marc. Gr. IX 29, autografo dell'Odissea di Leonzio Pilato.
“M. si inserisce, pertanto, con questa impresa di edizione e commento dell’intera versione interlineare dell’Odissea marciana, con serena autorevolezza, nella storia degli studi su Leonzio Pilato e più in generale degli studi sulla ricezione omerica tra Medioevo e Umanesimo.” (Elena Caliandro, in Medioevo Greco, 19, 2019, p. 444)
« Cet imposant volume de plus de mille pages propose pour la première fois l’édition intégrale d’un document exceptionnel (…) » (Silvère Menegaldo, dans Cahiers de recherches médiévales et humanistes, 2016)
Valeria Mangraviti (Messina 1983) ha conseguito il dottorato di ricerca in Filologia antica e moderna presso l’Università degli Studi di Messina. Le sue ricerche sono attualmente indirizzate allo studio delle traduzioni greco-latine medievali e, in particolare, dell’attività ermeneutica di Leonzio Pilato e della tradizione delle sue versioni omeriche.
L’imponente fatica ermeneutica del greco Leonzio Pilato, amico di Petrarca e Boccaccio, dischiuse la via al ritorno di Omero in Occidente nella seconda metà del Trecento. Da quando, negli anni ’60 del secolo scorso, Agostino Pertusi ha identifi cato gli autografi marciani delle sue versioni omeriche, agli studiosi è stato possibile entrare nell’offi cina di Leonzio, a un tempo copista, traduttore e commentatore dei due poemi.
Nel presente studio si offre per la prima volta l’edizione integrale dei testi grecolatini dell’autografo leonteo dell’Odissea, il Marc. gr. IX 29, e si illustrano i molteplici aspetti del suo lavoro. Da una parte, sul versante del greco, si evidenziano alcune peculiarità della recensione del poema tramandata dal Marciano, dall’altra si sottopone a sistematica analisi la fi sionomia ortografi ca, morfosintattica e lessicale del latino di Leonzio. Particolare attenzione è dedicata alle dinamiche interpretative che emergono dalla versione interlineare, eseguita ad verbum secondo l’uso medievale, e dalla densa postillatura. Si dà accuratamente conto, inoltre, delle tracce lasciate nel codice da altre mani: le numerose annotazioni che abbiamo potuto assegnare a Boccaccio e Petrarca aprono nuovi scenari sulle prime vicende del manoscritto e documentano il vivo interesse con cui fi n dall’inizio i due umanisti si accostarono alla lettura dell’Odissea.
Il volume consta di un’introduzione, articolata in sette capitoli, e dell’edizione della versione interlineare dell’Odissea marciana di Leonzio (Marc. Gr. IX 29), edizione preceduta da una sezione in cui si esplicitano i criteri seguiti.
L’introduzione si apre con un capitolo dedicato alla ricostruzione del profilo biografico e culturale di Leonzio alla luce sia delle testimonianze di Petrarca e Boccaccio sia della storia degli studi, nei quali un punto di svolta è rappresentato dagli interventi del bizantinista Agostino Pertusi.
Nel secondo capitolo si esamina l’autografo leonteo dell’Odissea, oggetto dell’indagine, sul piano codicologico e paleografico e si illustrano le peculiarità dell’interpunzione adottata da Leonzio per il greco e per il latino, nonché alcune tipologie di segni da lui adoperati per fornire, a vario titolo, indicazioni utili all’interpretazione del testo.
Il terzo capitolo mette a fuoco alcuni aspetti e problemi della recensione dell’Odissea di cui l’autografo marciano è latore. Dopo un paragrafo in cui si enucleano le linee di tendenza dell’ortografia leontea, ci si sofferma su alcune questioni testuali: quella relativa a due versi greci tramandati solo dal Marciano e quella delle note di collazione affidate da Leonzio ai margini del codice, preziose in vista di un’eventuale futura riconsiderazione dei rapporti del Marciano con gli altri testimoni dell’Odissea.
Nel quarto capitolo si prende in esame il latino di Leonzio sul versante ortografico, morfologico, lessicale e sintattico: un latino non immune da incongruenze e apparenti anomalie che si spiegano non solo come risultato delle imperfette nozioni linguistiche del traduttore, ma anche come portato di un’epoca non estranea a fenomeni di ibridismo linguistico.
Nel quinto capitolo si entra nel vivo dei meccanismi della tecnica versoria leontea, che, nel solco della consuetudine medievale, si caratterizza per la rigida letteralità della traduzione, in cui di norma anche l’ordo verborum del greco è rispettato. Si considerano, inoltre, gli espedienti anche grafici cui Leonzio ricorre nel tentativo di conciliare la rigorosa aderenza al dettato del greco con la necessità di tener conto della morfologia e della sintassi del latino.
Il sesto capitolo è incentrato sulle dinamiche della postillatura del Marciano, con particolare riferimento ad alcune categorie di chiose – come quelle grammaticali e quelle che introducono varianti lessicali – finora non compiutamente esplorate e con una sistematica attenzione al confronto con le fonti scoliografiche antiche e bizantine; si pongono in risalto anche quelle glosse con cui Leonzio provvede a precisare il significato di termini del greco per i quali non riesce a reperire un equivalente latino, e si riflette sulla funzione di tali note ai fini della chiarificazione esegetica del greco omerico.
Nel settimo capitolo si passano in rassegna le postille e i marginalia figurati ascrivibili ad altre mani: quella di Boccaccio, quella di Petrarca e quelle di annotatori anonimi. La presenza di Boccaccio e Petrarca nel codice, in particolare, viene valorizzata come spia della lettura dell’autografo da parte dei due umanisti e come indizio che getta luce su tempi e modi della recezione della versione leontea da parte di ciascuno dei due, nonché sul diverso ruolo che essi assunsero nella vicenda dell’allestimento delle traduzioni omeriche.
All’introduzione segue l’edizione, nella quale si ripropone anche graficamente l’intelaiatura bilingue del Marciano, in cui sopra ciascun termine greco è collocato, nell’interlinea, il corrispettivo latino. In apparato sono riportate le note leontee, nonché le correzioni e le rasure che, frequenti nell’autografo, attestano l’intenso lavorio di Leonzio sulla versione.