
«Nelli occhi della filosofia». La logica nell’opera di Dante Alighieri
Stefano Pelizzari
- Pages: 516 p.
- Size:156 x 234 mm
- Language(s):Italian
- Publication Year:2025
- € 95,00 EXCL. VAT RETAIL PRICE
- ISBN: 978-2-503-61081-8
- Hardback
- Forthcoming (Jul/25)
- € 95,00 EXCL. VAT RETAIL PRICE
- ISBN: 978-2-503-61083-2
- E-book
- Forthcoming
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Lo studio analizza sistematicamente tutti i passaggi dell’opera dantesca in cui compaiono termini o concetti di specifica pertinenza logica.
Stefano Pelizzari è assegnista di ricerca in Storia della Filosofia Medievale presso l’Università di Bergamo. È PI del progetto Cariplo Matter, space and change. The theory of ‘indeterminate dimensions’ in some Italian masters of the early fourteenth century. Collabora ai progetti PRIN Libri e lettori a Firenze dal XIII al XV secolo: la Biblioteca di Santa Croce e TeLPh. Teaching and Learning Philosophy in the Regnum Italiae (1250-1450). È redattore del Vocabolario Dantesco Latino (VDL).
Codificata a partire da una sezione specifica del corpus aristotelico, la logica rappresentava nel Medioevo latino quell’"arte delle arti" (ars artium) che studiava le regole del ragionamento corretto e le era riconosciuta una universalità di tipo strumentale. Come notato sin dai primi biografi e commentatori, Dante dimostra in svariate occasioni una maestria e una padronanza della materia del tutto degne, per dirla col Boccaccio, di un «maraviglioso loïco». Giustamente celebri sono i versi di Inferno XXVII in cui «un d’i neri cherubini», con un raffinato ragionamento, strappa l’anima di Guido da Montefeltro all’impotente San Francesco («forse / tu non pensavi ch’io loïco fossi!», v. 123); ma è soprattutto nel Convivio, nella Monarchia e nella controversa Questio de aqua et terra che l’Alighieri sfoggia una competenza difficilmente riducibile alla consultazione occasionale di qualche ‘manuale’. Questo studio analizza sistematicamente i passaggi dell’opera dantesca riconducibili a questo specifico ambito disciplinare; e offre una panoramica sugli ambienti culturali in cui il Poeta avrebbe verosimilmente potuto formarsi (Firenze, Bologna, la Toscana occidentale, la marca Trevigiana). Da un lato, quindi, si inserisce nel fortunato filone di studi che si è occupato di valutare la conoscenza che Dante poté avere delle dottrine di Aristotele e dei suoi interpreti. Dall’altro, tenta di ricostruire i tempi, i luoghi e i modi in cui, «peregrino, quasi mendicando», poté acquisire tale competenza specialistica. In tal modo, non viene solo illuminato un lato inesplorato di questo eccezionale «amatore di sapienza», ma viene anche offerto uno scorcio privilegiato sullo stato delle conoscenze filosofiche in Italia fra XIII e XIV secolo.
Premessa
Avvertenze
Introduzione
- Isagoge
- Categorie
- De interpretatione
- Liber sex principiorum
- Conclusione
- Analitici primi
- Analitici secondi
- Topici
- Elenchi sofistici
- Conclusione
- I Tractatus di Pietro Ispano
- La logica dei termini
- Le consequentiae
- Sophismata, insolubilia e obligationes
- Conclusione
- Le "scuole delli religiosi", le "disputazioni delli filosofanti" e le "stelle d’alcuno albore ombrate"
- "Nella propria patria si diede agli studi liberali". Firenze
- "Sì come a luogo più fertile di tal cibo". Bologna
- La Toscana dell’esilio. Siena, Arezzo, Lucca e Pisa
- "Lo scender e ’l salire per l’altrui scale". Verona e la marca Trevigiana
Bibliografia
Indice dei manoscritti
Indice dei nomi
Indice dei luoghi