Book Series La pittura medievale a Roma, vol. Corpus 5

La pittura medievale a Roma

Corpus volume V: Il Duecento e la cultura gotica, 1198-1287 ca.

S. Romano (ed)

  • Pages: 419 p.
  • Size:240 x 310 mm
  • Illustrations:350 col.
  • Language(s):Italian
  • Publication Year:2012

  • € 190,00 EXCL. VAT RETAIL PRICE
  • ISBN: 978-2-503-52677-5
  • Hardback
  • Available


Summary

Questo volume del Corpus della pittura medievale a Roma studia un periodo storico a forti contrasti. La storia inizia infatti dagli anni del pontificato di Innocenzo III: papa autoritario, di lucida visione teocratica e di vasti disegni politici, che proclama l’universalità della Chiesa e al tempo stesso bada a consolidare il suo potere temporale, fortificando i territori circostanti a Roma, estendendo l’autorità pontificia sulle regioni limitrofe, facendo insomma dello Stato della Chiesa uno stato agguerrito e capace di fronteggiare i pericoli e gli attacchi anche militari. Non meraviglia, in questo quadro ideologico e politico, che Innocenzo III sia anche il papa che mette mano ai più grandi edifici della città sacra, Roma, per rifarli e rammodernarli e in questo modo presentare l’immagine di una chiesa tradizionale, ma attuale e rinnovata. Tramite i cantieri innocenziani, Roma viene toccata da una potente ondata bizantineggiante, originata dal risalire degli artisti che erano stati attivi nei cantieri normanni di Palermo e Monreale, e che – rimasti senza lavoro per la fine della potenza normanna in Sicilia e Italia meridionale – vanno a cercarne là dove l’attività è più intensa, e quindi specialmente a Roma. Subito dopo però le cose cambiano, e la cultura dell’Europa gotica comincia a premere anche alle porte della Città per definizione più tradizionalista di tutte. Nei decenni centrali del Duecento una vera e propria invasione di temi e iconografie rinnovate si verifica, negli edifici della città che li hanno conservati e che sono stati riscoperti anche molto recentemente: il caso del grande ciclo ad affresco nel salone gotico dei Santi Quattro Coronati è emblematico, centinaia di metri quadri di splendida pittura meravigliosamente conservata, ritrovati e rimessi in luce da pochi anni, testimonianza di una cultura pittorica modernissima e raffinata. Il ciclo dei Santi Quattro, insieme ad altri ritrovamenti ugualmente recenti ma di minore entità – come ad esempio quello nel convento di San Clemente – mette in luce un momento della vita della Roma medievale, fino ad ora considerato ‘vuoto’ e privo di testimonianze artistiche; e segnala con grande evidenza la ricchezza e la modernità della pittura che si faceva a Roma, nelle cerchie dei papi, dei cardinali, nei loro palazzi fortificati e nelle loro chiese, anche quando il papa, con la curia, era esule e rifugiato altrove, anche quando la città di Roma viene a lungo abbandonata dalla corte pontificia che preferisce sedi e palazzi come quelli di Viterbo o di Orvieto, più lontani dalla minaccia federiciana. Mette in luce, anche, quanto ‘gotica’ sia stata la tradizionalissima cerchia dei papi: proprio perché la corte pontificia era, appunto, una corte, attorno a papi che nei decenni centrali del Duecento sono spesso francesi, in contatto con la cultura d’oltralpe, e si fanno tramite dell’arrivo di oggetti e di testimonianze del gusto nordico. Il volume si chiude con gli avvenimenti di un pontificato – quello di Nicolò III Orsini – che dura pochi anni, dal 1277 al 1280, ma che rappresenta un nuovo momento di importanza fondamentale per la storia della cultura e dell’arte a Roma. A differenza di molti suoi immediati predecessori, Nicolò Orsini non è francese, non è forestiero: è romano, di nobile famiglia, e il programma del suo regno è tutto volto a riprendere in mano la Città, a riconsiderarne le tradizioni, a riproporre con forza l’immagine di un’autorità pontificia che è indissociabile dall’idea di Roma. Non molti anni fa, la riscoperta e il restauro degli affreschi del Sancta Sanctorum al Laterano – che sono naturalmente compresi in questo volume - mostrarono con chiarezza a quale livello di qualità e di densità simbolica fosse arrivato questo papa, committente della cappella e della sua decorazione a mosaico e ad affresco, pur in un tempo così breve di regno.