Book Series Nutrix, vol. 1

Vera philosophia

Studies in Late Antique medieval and Renaissance Christian Thought

G. d'Onofrio

  • Pages: 416 p.
  • Size:160 x 240 mm
  • Illustrations:2 col.
  • Language(s):English
  • Publication Year:2008

  • € 50,00 EXCL. VAT RETAIL PRICE
  • ISBN: 978-2-503-52546-4
  • Paperback
  • Available
  • € 50,00 EXCL. VAT RETAIL PRICE
  • ISBN: 978-2-503-55857-8
  • E-book
  • Available


Summary

This volume includes a collection of reworked articles which the author, during the last twenty years, dedicated to the origins and conditions constitutive of Christian philosophical-theological thought.  From the earliest centuries of the Christian era, human reason was submitted to a particular formal conditioning, in so far as it was necessarily obliged to confront the contents of a divine revelation recognized as necessarily ‘true’.  The medieval Latin scholar was induced by the social and cultural peculiarities of his time to confront a model of thought which imposes a decisive subordination of natural knowledge – demonstrated to be imperfect and inconclusive – to the certainties assured by the faith.  The production of this model of philosophia, sensibly different from the dominant paradigms in the classical period, rooted itself in the critical redimensioning of reason introduced into the West by Cicero.  Departing from the observation of the failure of the philosophical aspirations of antiquity, the Christian intellectuals effected an operative ‘overturning’ of the conditions of veridical knowledge.  The new wisdom was not the result of a pure interference of religion in the field of rational science; it was, however, directed by a conscious ‘conversion’ of the philosophers and fulfilled on two sides: on that of the faith, which requires earthly knowledge in order to defend itself from misunderstandings and heresies; and on that of reason, which allows itself to draw upon supernatural revelation for the possession of regulatory principles which guide it in the study of natural things.  This book investigates the development of this approach during the course of the centuries which precede, in the West, the rediscovery of Aristotelian epistemology: from Augustine to Boethius, from John Scottus Eriugena to Anselm of Aosta. It moves to the point of describing the return of this methodological approach, at the end of the Medieval Scholastic period, in the results of the anti-Aristotelian critique carried out by the men of the Renaissance in the recovering of a model of thought which had dominated in the Patristic and Early Medieval periods.


In questo volume sono raccolti e parzialmente rielaborati alcuni studi dedicati in passato dall’autore alle origini del pensiero filosofico-teologico cristiano fra tarda antichità e alto medioevo, con particolare riferimento ai condizionamenti che la razionalità umana subisce per il suo essere posta a confronto con una rivelazione divina, riconosciuta come necessariamente vera. Obbligato a misurarsi con tale vero e proprio paradigma del pensiero, il sapiente mediolatino è stato costretto a operare un ridimensionamento critico delle capacità della ragione, per delineare con rigore quali siano le potenzialità e gli effettivi risultati della filosofia terrena e quali invece i confini oltre i quali la scienza non potrà mai spingersi. A partire da Agostino, che eredita da Cicerone una concezione riduttiva e probabilistica della ricerca filosofica, i sapienti cristiani si sono dunque preoccupati – nei secoli che precedono la riscoperta dell’epistemologia aristotelica – di individuare nelle regole delle arti liberali strumenti e principi di una metodologia adeguata ad assicurare la solidità dei passi compiuti dalla scienza creaturale e, al tempo stesso, a descriverne e fissarne i limiti invalicabili. Proprio perché non hanno tenuto conto di tale condizionamento dell’intelligenza umana, i pensatori pagani antichi si sono invece sempre inevitabilmente contraddetti, senza mai riuscire a formulare una comune filosofia, che fosse per tutti vera e attendibile. Vengono dunque presi in considerazione in questo volume i monumenti di pensiero dei più grandi autori attivi fra la tarda antichità e l’alto medioevo, come Boezio, Giovanni Scoto Eriugena e Anselmo d’Aosta, che con tale impostazione – nell’intento di ristabilire la concordia dei filosofi nella prospettiva universalizzante del cristianesimo – hanno costruito ‘sistemi’ filosofico-teologici la cui densità speculativa non puo’ essere ridotta alla pura dinamica del confronto tra le esigenze della ragione e quelle della fede.