Il Contra Acephalos è un’opera polemica, dedicata alla confutazione dell’eresia monofisita, scritta dal diacono romano Rustico fra il 553 e il 564; si tratta di un dialogo fra l’autore stesso, portavoce di una cristologia strettamente calcedonese, ed un eretico che professa sostanzialmente un monofisismo moderato di stampo severiano, che però lo porta a parlare di tre nature nella Trinità, una dottrina generalmente stigmatizzata come triteita. La discussione vera e propria è preceduta da un prologo nel quale vengono spiegati il contesto in cui è nata l’opera e le motivazioni che hanno spinto il suo autore ad intraprenderne la composizione.
L’opera e il suo autore sono stati relativamente poco studiati, anche se negli ultimi anni sembra essere nato un certo interesse riguardo ad alcuni aspetti, in particolare l’influenza del pensiero, del linguaggio e del metodo teologico di Boezio sul Contra Acephalos.
Il Contra Acephalos ha avuto probabilmente una circolazione piuttosto limitata: allo stato attuale delle nostre conoscenze, non risulta che l’opera sia stata citata da altri autori e non sono conservati manoscritti che la riportino. L’editio princeps dell’opera è l’Antidotum contra omnium fere saeculorum haereses di Johannes Sichardus, pubblicato a Basilea nel 1528, nel quale il trattato di Rustico è inserito come ultimo testo.
L’Antidotum è alla base di tutte le successive edizioni del Contra Acephalos. L’opera fu infatti riprodotta nella seconda edizione della Sacra Bibliotheca Sanctorum Patrum pubblicata a Parigi nel 1589 da Marguerin de la Bigne, ripresa poi nella Maxima Bibliotheca veterum Patrum et antiquorum scriptorum ecclesiasticorum pubblicata a Lione nel 1677 e quindi pubblicata da Gallandi nella sua Bibliotheca veterum Patrum stampata a Venezia fra il 1765 e il 1781; quest’ultima edizione, riprodotta nel volume 67 della Patrologia Latina, è stata fino ad oggi l’edizione di riferimento per l’opera.
In assenza di manoscritti, la presente edizione si basa ovviamente sull’editio princeps del Contra Acephalos; le differenze rispetto al testo del Migne sono segnalate in apparato.
In assenza di manoscritti, la presente edizione si basa ovviamente sull’editio princeps del Contra Acephalos; le differenze rispetto al testo del Migne sono segnalate in apparato.